Muos, "l'elettrosmog causa tumori"
"Basta con gli studi taroccati, i rischi esistono",
afferma a Tgcom24 Angelo Gino Levis, già docente dell'Università di Padova che
spiega quali danni sulla salute possono venire dai radar superpotenti come
quelli in costruzione a Niscemi
14:02
- "Basta con questi studi taroccati, è una realtà ormai consolidata da una
vasta letteratura, che l'elettrosmog provoca tumori". Ne è più che
convinto il professore Angelo Gino Levis, già Ordinario di Mutagenesi
Ambientale dell'Università di Padova, che non le manda a dire a Comunità
europea, Autorità sanitaria nazionale e anche all'ex ministro Umberto Veronesi.
Il docente in passato ha lavorato a stretto contatto con l'Oms, il Ministero
della Salute e l'Airc, e ha pubblicato studi di fama internazionale. Partendo
dal Muos di Niscemi, il professore, che è anche vicepresidente della Fondazione
noprofit Applesmog, spiega a Tgcom24 i rischi che si nascondono dietro
l'impianto che sta sorgendo in Sicilia, spiegando che spesso anche la scienza è
regolata da relazioni di potere e conflitti d'interesse.
Conosce
la tipologia delle antenne che stanno costruendo nella Riserva naturale orientata
Sughereta di Niscemi?
Io in
realtà non conosco le caratteristiche di questi impianti, almeno per quanto
riguarda il Muos, che è un progetto blindato dal segreto militare. Posso solo
immaginare da quello che so, che la potenza di questi sistemi si avvicini a
quella dei radar simili e che sarà sicuramente di kilowatt, migliaia di watt.
Potenze enormi rispetto a quelle a cui siamo abituati.
Si
parla addirittura di una potenza di 2 milioni di watt...
Gli
impianti sui quali ho lavorato hanno punte di 150mila watt, non ne ho mai visti
di milioni di watt, ma è probabile che questi siano particolarmente potenti. I
dubbi vengono dal fatto che non si sa bene di cosa stiamo parlando e non
sappiamo neanche dove saranno puntanti i fasci di questi centri radar, possiamo
fare solo delle ipotesi.
Nel
parco di antenne esistenti ce n'è una in particolare che preoccupa la
popolazione, la Vlf...
Mi sembra
strano che ci sia. Perché è un radar potentissimo, io ho un'esperienza con
questo tipo di antenne-radar. Nel senso che sto lavorando in una causa con un
radar che aveva questa stessa finalità: individuare i sottomarini in
immersione. Questo impianto è stato sperimentato per anni dalla marina militare
italiana e poi è stato abbandonato. Io posso dirle dalla mia esperienza che tra
gli operatori che lo utilizzavano, che non avevano alcun tipo di precauzione,
ci sono stati morti per vari tipi di cancro. Si figuri che nel momento in cui
era attivato non ci doveva essere nessuno sulla plancia della nave, il fascio
non poteva lambire un centro abitato. Ecco io non so se questo di cui lei mi
parla per la rilevazione dei sottomarini si basa sullo stesso principio, però
so che poi è stato abbandonato dopo varie sperimentazioni su due navi della
marina militare e a terra nella zona portuale di Venezia.
Abbiamo
parlato con il direttore sanitario di Caltanissetta e lui sostiene che in
realtà non c'è alcuna letteratura che possa effettivamente dire che ci sia una
causa-effetto tra elettrosmog e incidenza tumorale...
Ma
scherziamo? Nel 2009 con una mia perizia al Tribunale del Lavoro di Brescia in
Appello abbiamo vinto la prima causa al mondo che stabilisce il nesso causale
tra l'uso del cellulare e un particolare tipo di tumore alla testa, al nervo
trigemino. E' stato riconosciuto un indennizzo al direttore di un'azienda che
aveva utilizzato il cellulare per 10 anni. Questa causa ha avuto una risonanza
mondiale tant'è vero che dal 2010 tutti i gestori della telefonia mobile
scrivono 'tenete il cellulare ad almeno due centimetri e mezzo lontano dal
corpo, le donne gravide non le tengano a ridosso del ventre, gli adolescenti
nelle zone inguinali, fate chiamate brevi e solo dove c'è campo e cercate di
usarlo il meno possibile'. Se i gestori delle telefonia mobile si sono ridotti
a inserire questo significherà qualcosa.
Quindi
è un dato di fatto?
Sì, nel
maggio dell'anno scorso l'Oms, tramite l'agenzia internazionale per la ricerca
sul cancro di Lione, ha definito le radiofrequenze, quindi anche le emissioni
dei radar, possibili cancerogene per l'uomo, categoria 2b, ed è una
sottovalutazione perché del gruppo di trenta ricercatori che hanno fatto parte
del gruppo di valutazione, andando a vedere chi aveva avuto rapporti con i
gestori di telefonia mobile, oltre il 60% dei partecipati li aveva avuti. Sulle
bassissime frequenze cioè gli elettrodotti si è pronunciata invece nel 2001
dicendo che sono possibili cancerogene, e io sto facendo tre nuove perizie
sulle cabine di trasformazione e morti per cancro nelle adiacenze. La
letteratura non taroccata dai soldi delle compagnie elettriche è
impressionante, sono dati accertati che se i funzionari delle Asl o dell'Arpa
non vogliono sapere è un dato generale e mi dispiace.
Quindi
lei afferma con certezza che ci sono studi taroccati?
Ma certo.
Quello grave è che ormai questi studi sono fatti da singoli ricercatori con
finanziamenti delle agenzie interessate, ma soprattuto è la posizione ufficiale
dei grandi organismi che dovrebbero tutelare la salute, è la posizione della
Comunità europea attraverso la sua commissione per i rischi emergenti, è la
posizione dell'Istituto superiore della sanità italiano, e anche dell'Oms.
Purtroppo siamo circondati come è stato per il fumo di tabacco da una serie di
conflitti di interesse spaventosa. E ormai da trentanni una vasta letteratura
parla della correlazione tra tumori ed elettrosmog.
Esempi?
Uno
studio oramai storico è quello fatto durante la Guerra Fredda all'interno di
un'ambasciata americana. Gli impiegati statunitensi, che abitavano lì con le
loro famiglie, usavano i radar per le loro comunicazioni con l'America. Ecco
nell'ambasciata c'era un aumento significativo di leucemie tra i bambini e di
tumori al cervello negli adulti. Un altro studio noto è quello fatto sui
militari polacchi di Szmigielski su più di 200mila soggetti utilizzatori di
radar. Anche qui gli utilizzatori avevano tutti i tipi di tumori, anche i
melanomi oculari, tumore rarissimo maligno, cutaneo e invasivo che è difficile
da curare. Un aumento di questo tumore è un indice di presenza di un
inquinante. Addirittura i vigili americani che posseggono radar di bassa
potenza per lavoro hanno tumori ai genitali e anche al cervello. La potenza dei
radar va da alcune decine di watt a migliaia, e lei diceva milioni.
Cosa
succede a una cittadina che è prossima a un radar?
I miei
studi si fermano alle esposizioni nei siti di lavoro. Posso dirle però che c'è
un dato pubblicato su riviste importanti che parla di un radar militare che si
trova vicino a una cittadina americana, che afferma che nel giro di 10 anni è
aumentata di 50 volte rispetto a quello che c'è nei paesi degli Usa l'incidenza
di autismo nei bambini, che come lei sa è una malattia neurologica praticamente
incurabile. Comunque l'esposizione professionale è sempre una sentinella di
allarme, perché ci dice che a certi livelli c'è un rischio.
La
legge stabilisce dei limiti?
Quello
dei radar non esiste perché la normativa militare non pone limiti, ma in
generale per le radiofrequenze e le micronde su un tempo di esposizione breve
di 4 ore è 20 volt per metro, per l'esposizione prolungata è 6 volt per metro.
Questi sono i limiti posti nel 2003. C'è però anche un altro limite quello
cautelativo che in base ai dati della letteratura da 10 anni propina 0,6 volt
per metro per quanto riguarda l'esposizione a lungo termine, dieci volte di
meno a quella legislativa. E la magistratura civile italiana oramai dal 2000
dice che i limiti di legge sono importanti, ma quando i giudici devono decidere
lo fanno sulla base del loro consulente tecnico che spesso si basa sulla
letteratura dei ricorrenti. In base alla mia esperinza quindi posso dirle che i
magistrati si attestano ai limiti cautelativi...
Come
mai tanta differenza?
Perché i
limiti cautelativi sono i limiti della scienza indipendente, la scienza non
commista a interessi. La gente ignora il fatto che se io compro una casa vicino
a una centralina elettrica o un elettrodotto che è alla norma perché l'Arpa mi
dice che rispetta i 10 micro tesla io vado incontro, io come i miei figli e mia
moglie, a seri rischi alla salute: perché il limite cautelativo è 0,2. La
situazione dei campi elettromagnetici in generale è la stessa che c'era negli
anni '90 per il fumo di tabacco, cioè si sa già tutto da almeno 20 anni ma non
viene fatto niente e quando sarà fatto purtroppo sarà troppo tardi perché se è
vero che i tumori alla testa da uso dei cellulari hanno 30 anni di latenza,
quelli che vediamo oggi accertati dall'agenzia di Lione sono solo una punta di
un iceberg perché sono passati solo 10-20 anni, quando verranno fuori tumori
alla testa nei bambini che hanno iniziato a usare il cellulare già a 8 anni
sarà un disastro. Già oggi la stima è di un milione e mezzo in più di casi di
tumore alla testa rispetto all'atteso. La questione dei radar è offuscata in
questo caso dal fatto che non si conoscono, non sappiamo la misura della
potenza o il puntamento dei fasci.
Sembra
che la direzione dei fasci sarà puntata verso l'alto e che non colpirà la popolazione
di Niscemi...
Allora
servono solo per il traffico aereo, a me risulta invece che servono soprattutto
per il traffico marino. Un giornalista sardo che si occupa del problema mi
raccontava che in Sardegna rispondono che questi radar servono per l'identificazione
di immigrati, quelli che scappano dall'Africa. Si può immaginare se questi
vanno lì, è già tanto se arrivano in Sicilia.
Anche
se il cono è puntato verso una direzione esiste comunque il problema delle
radiazioni diffuse?
Certo, io
sono convinto di questo. Per quanto riguarda la telefonia mobile, le antenne
installate sulla stazione radiobase oltre a emanare un fascio lineare, emanano
fasci secondari che vanno in tutte le direzioni. Altrimenti quelli che sono
sotto il tetto di una casa non potrebbero telefonare, tant'è vero che ci sono
fasci secondari che vanno giù perpendicolari. Quindi sui fasci assolutamente
orientati che evitino i paesi io non ci credo.
Per
l'Arpa i valori sono al limite della norma ma non la superano. Che ne pensa?
Secondo
me la perizia dell'Arpa è troppo tranquillizzante, ho visto anche la perizia
dei docenti di Torino, che mi sembra troppo cautelativa, sono comunque
impressioni che si basano sulla lettura di questi dati senza conoscere da che
cosa sono partiti, infatti non partono da dati ufficiali comunicati dalla
marina militare Usa. Sei volt/metro sono il limite di legge del dpcm, ma non è
il limite cautelativo, è il limite che l'Arpa adotta. Il limite cautelativo
anche per i giudici è 0,6, se andiamo a vedere gli atti del Parlamento europeo
nel maggio-giugno del 2011 l'Aula ha adottato una risoluzione in cui dice che
bisogna arrivare a 0,2 volt/metro.
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